La saponificatrice di Correggio
- friinza
- 11 gen 2021
- Tempo di lettura: 5 min
Siamo a Napoli, nel manicomio criminale di Pozzuoli.
Fra le detenute ce n'è una che prepara biscotti e dolcetti per tutte le sue compagne, che rifiutano da anni qualsiasi cosa fatta dalle sue mani.
La detenuta è Leonarda Cianciulli, e vive in quel manicomio da molti anni; trenta in totale, si spegne il 15 ottobre 1970.
Perché Leonarda era stata rinchiusa in quel manicomio?
Perché le sue compagne rifiutavano i suoi dolcetti?
E' il pomeriggio del 17 dicembre 1939, Emelinda Faustina Setti sta andando a trovare una sua cara amica. Nessuno in paese lo sa, ma Faustina è pronta per partire.
La sua amica così gentile le ha confidato in gran segreto di conoscere un anziano signore in cerca di moglie, lontano da quel paesino che ha messo una lapide sul corpo del suo primo amore. Un'occasione per cominciare una vita nuova.
Rabitti, così è conosciuta in paese, entra nell'appartamento di via Cavour, si accomoda su una poltrona del salottino e aspetta l'arrivo della sua amica.
Da quel giorno la donna non verrà più vista da anima viva.
Passa qualche mese, e della scomparsa di Rabitti non si parla più perché sono arrivate le sue cartoline da Pola, e i compaesani hanno saputo il motivo della sua partenza; la sanno felice e in salute.
E' il 5 settembre 1940, Francesca Clementina Soavi si è seduta in quello stesso salottino dell'appartamento in via Cavour. E' in quella casa per definire gli ultimi dettagli per il viaggio che la porterà a Piacenza per lavorare in un collegio femminile, è stata consigliata da una suo nuova amica, tanto gentile, che lavora in un negozio di articoli usati.
Ovviamente la partenza è tenuta segreta, perché il posto non è ancora assicurato. Ha già scritto le lettere che spiegheranno il suo allontanamento, le vuole affidare alla sua cara amica che si è offerta di farle recapitare una volta ottenuta la cattedra. Anche Francesca scomparirà senza lasciare traccia.
A questo punto fra i compaesani iniziano a circolare alcune voci su questa donna: arrivata qualche anno prima da una cittadina della Campania, era arrivata come una sfollata dopo il terremoto dell'Irpinia e si era rimboccata le maniche per il futuro della sua famiglia.
Madre presente e amorevole, vicina gentile sempre piena di attenzioni, aveva messu su un'attività di rivendita dell'usato.
Ma era anche l'unica ad aver visto le due donne prima che partissero.
In fin dei conti era una donna strana, dicevano in paese, che se voleva sapeva incutere timore.
E' il 30 novembre 1940 e Virginia Cacioppo è pronta per una nuova vita a Firenze, luogo di cultura e musica, dove spera di tornare a cantare come un tempo. Ha anche saputo che un signorotto è in cerca di moglie, e quando la vita di paese non ha più niente da dare non rimane che partire. Pure lei entra nell'appartamento in via Cavour, pure lei si siede sulla poltrona del salottino, aspettando quella donna inquietante capace di regalarle una nuova vita.
Tutte queste donne hanno una cosa in comune: Leonarda Cianciulli.
E Correggio se ne rende conto, perchè sia Virginia che Francesca non hanno tenuto il loro viaggio completamente segreto, entrambe confidano a qualcuno cosa vogliono fare. Perciò ormai i sospetti sono forti.
Adesso però dobbiamo tornare indietro, per raccontare un po' chi è Leonarda
e qual è la sua storia
Ultima di sette fratelli, nasce a Montello da Serafina Marano e Mariano Cianciulli.
Il rapporto con la madre, dice nel suo memoriale, non è mai stato dei migliori, perché la vita scelta dalla madre non corrispondeva al carattere della figlia.
Sempre fra le pagine scritte in manicomio, Leonarda racconta che lo strappo finale con la propria famiglia avviene nel momento in cui decide di sposare Raffaele Pansardi, giovane impiegato del catasto. La madre, che aveva scelto per lei un cugino, dice, le lancia una maledizione il giorno delle nozze augurandole le sofferenze più atroci.
Stando a quanto racconta la Cianciulli c'era stata un'altra donna, anni prima, che aveva usato la magia per predirle il futuro:
Ti mariterai, avrai figliolanza, ma tutti moriranno i figli tuoi.
Passano gli anni, Leonarda si sposa e si trasferisce per colpa di quel terremoto tremendo che butta giù interi paesi, si allontana il più possibile dalla sua famiglia fino ad arrivare a Reggio-Emilia, dove inizia a metter su una vera e propria famiglia. Ci prova almeno.
Metterà alla luce quattro figli, dopo dodici gravidanze, e questo la sconvolgerà a tal punto da ricordarsi la previsione della zingara e la maledizione della madre.
Inizia a coltivare interesse per la magia occulta, la magia del sangue, e si convince che l'unico modo per salvare i suoi figli dalla imminente guerra sia sacrificargli qualcosa.
Si strappa anche otto denti, gettati nel camino in onore della Madonna per risparmiare il primogenito. Ma evidentemente pensa che non sia sufficiente, che serva qualcosa di più importante.
Non si sa come, ma ad un certo punto decide di passare sui corpi di Emelinda, Francesca e Virginia: su tutte le donne si accanisce con un'ascia, le fa a pezzi e le mette in un pentolone con la soda caustica. Con le tre donne produce saponette e con il sangue secco fa la farina per i dolcetti da dare ai suoi vicini.
La sua carne era grassa e bianca: quando fu disciolta vi aggiunsi un flacone di colonia e, dopo una lunga bollitura, ne vennero fuori delle saponette cremose. Le diedi in omaggio a vicine e conoscenti. Anche i dolci furono migliori: quella donna era veramente dolce.
Dice Leonarda Cianciulli di Virginia Cacioppo.
Dopo averle sciolte, si occupava dei soldi che le vittime si procuravano per il viaggio e dei crediti che riscuoteva subito, minacciando i debitori e incutendo paura.
Le cartoline e le lettere vennero affidate al figlio maggiore, Giuseppe, a cui aveva dato istruzioni sui modi e sul luogo dal quale spedire.
Non va tutto come sperato, perché la Cacioppo ha parlato del viaggio con un'amica, chiedendole di cercarla nel caso in cui non avesse avuto sue notizie dopo otto giorni.
E succede pure che sua cognata inizia a fare domande: salta fuori la correlazione fra le vittime e la Cianciulli.
Perciò Albertina Fanti, questo il suo nome, decide di fare un esposto alla procura di Reggio-Emilia, mostrando anche i titoli di Stato scomparsi.
Scatta il fermo per Leonarda, che si dimostra ancora una volta forte e difficile da piegare.
La polizia riesce a collegare la vendita di alcuni gioielli e proprietà di una vittima a lei, ma ancora non cede.
Manca la prova definitiva, così viene fermato il figlio Giuseppe, che abita con lei, e che sperano possa essere informato sui fatti.
Quest è un duro colpo per la Cianciulli, che per evitare guai al figlio decide di confessare, raccontando la sua versione dei fatti: omicidi per rituali magici.
Viene studiata per mesi da Filippo Saporito, fedele delle teorie lombrosiane, propende per la completa infermità mentale data da una psicosi isterica.
Il processo si apre il 12 giugno 1946, e oltre alla completa confessione Leonarda cerca in tutti i modi di salvare dal carcere il figlio Giuseppe.
Secondo l'accusa, infatti, non poteva aver agito da sola (teoria confermata dalle quantità errate di soda caustica e acqua utilizzate per gli omicidi) e il figlio era stato incaricato per spedire le lettere perché a conoscenza del reato commesso dalla madre.
Inoltre un dubbio sul movente rimane: se era la maledizione che la Cianciulli voleva bloccare, perché impegnarsi così tanto per accaparrarsi i soldi delle sue vittime?
Leonarda viene condannata a tre anni di manicomio e trenta di carcere, ma in realtà la sua pena verrà scontata interamente nel manicomio giudiziario. Il figlio viene assolto.
Da tutti conosciuta come la Saponificatrice di Correggio, viene ricordata come una delle serial killer più inquietanti del panorama italiano.

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