Jill the Ripper - PsychoKiller
- friinza
- 5 dic 2020
- Tempo di lettura: 4 min
Amelia Elizabeth Dyer è stata una delle serial killer più prolifiche della sua epoca, conosciuta anche col nome di Jill the Ripper, datole per la vicinanza temporale col più famoso Jack.
Nata nel 1936 a Bristol da una famiglia numerosa ma abbastanza agiata.
La sua infanzia è trascorsa senza eventi traumatici, Amelia sembrava essere una bambina come tante.
Fino a che sua madre non contrae il tifo, che passa lasciando un segno indelebile nella mante della donna. Muore pazza nel 1848, raggiunta dal marito nove anni più tardi.
A questo punto Amelia lascia la casa dove è cresciuta per sposarsi con George Thomas e trasferirsi a Trinity Street, sempre a Bristol; Gli anni di differenza fra i due sposi sono tanti (lui 59, lei 24) ma comunque danno alla luce una bambina.
Quando ancora la figlia è molto piccola, Amelia decide di studiare pratiche mediche e di diventare infermiera.
Quando però il marito muore dopo nove anni di matrimonio, la Dyer si ritrova sola a dover mantenere una figlia, così decide e cambiare mestiere, più o meno.
Amelia sfrutta i suoi studi per diventare una levatrice, ma non una qualunque: le chiamavano Baby Farmers.
Le Baby Farmers erano donne che si offrivano di nascondere la nascita di un bambino illegittimo, ospitando la madre e aiutandola durante il parto in cambio di vestiti adatti per un'adozione e soldi. Ora, queste donne non erano certo delle sante, e le giovani che si affidavano a loro non erano completamente all'oscuro delle loro pratiche.
Capitava infatti che una levatrice indigente non perdesse tempo a cercare una famiglia e facesse morire il bambino affidatole di stenti, dopo aver ricevuto il denaro.
Purtroppo per una giovane madre nel XIX secolo non c'erano molte scelte: prostituirsi o morire di fame, dare il bambino in adozione.
Questo perché per legge il padre non era tenuto a provvedere al bambino fuori dai vincoli coniugali.
Quello che differenzia Amelia Dyer dalle sue colleghe, e il motivo per cui oggi parliamo di lei come di una serial killer, è che le sue vittime non lo erano in modo occasionale. Le quattro mura su Trinity Street erano il regno di una donna sadica alla ricerca di denaro facile.
Non solo li lasciava solo morire di fame, spesso drogava i neonati con l'oppio o li intossicava con l'alcol.
Viene scoperta la prima volta da un dottore che si occupava di certificati medici: si era accorto che i bambini morti sotto la sua tutela erano molti, un numero stroppo elevato per essere accettabile.
Condannata per "negligenza" sconta sei mesi di lavori forzati; da questa esperienza ne esce provata psicologicamente.
Torna a Bristol con forti tendenze depressive e suicide, accentuate dal progressivo consumo di alcol e oppiacei. Una miscela pronta a scoppiare.

Con la figlia si rimette in attività cercando di tenere un profilo basso.
Cambia nome e cambia città molte volte, ma ormai la sua condotta è nel radar della polizia inglese, e basta una madre sospettosa a farla tornare sotto i riflettori: la donna non è convinta della buona fede della Dyer così torna da lei per vedere suo figlio, ma nel momento in cui lo prende in braccio si accorge che non è il bambino giusto.
Nuovamente accusata, Amelia Dyer prova ad uccidersi col Laudano ma, essendone in qualche modo assuefatta, sopravvive.
A questo punto viene internata in un ospedale psichiatrico dove rimane per tre anni.
Anche questa volta torna nel giro delle baby farmers e da questo momento la situazione precipita.
Lasciar morire i bambini non è più sufficiente e diventa più violenta: li strozza e getta il corpo nel Tamigi, firmando da sola i certificati di morte.
La furia omicida è al suo massimo.
L'inizio della fine e il primo vero caso si ha grazie a Evelina Marmon, che quando sente le richieste poste dalla Dyer per i suoi servizi si accorge che qualcosa non va.
La Marmon le affida sua figlia, della quale non ha più notizie.
Doris Marmon viene strangolata e gettata nel fiume, l'ennesima vittima.
Qualche settimana dopo alcuni corpicini riemergono dalle acque scure del fiume, fra questi c'è quello Helena Fry che diventa per la polizia l'elemento chiave per indirizzare le indagini.
A questo punto i detective sanno chi cercare, ma per poter incastrare Amelia Dyer decidono di servirsi di un'esca: una giovane donna chiede della Signora Thomas (uno dei nomi falsi di cui si serve la levatrice) per far nascere il bambino che porta in grembo.
Abbocca al tranello e la polizia le perquisisce la casa.
Vengono trovate molte prove indiziarie ma nessun bambino e nessun indizio che possa condurre le indagini alle precedenti vittime.

Così i detective fanno dragare il Tamigi dal quale emergono altri sei cadaveri, comprese le ultime vittime Doris Marmon e Harry Simmons.
Ormai non c'era più speranza per Amelia e per sua figlia; arrestate e subito processate, la condanna dalla giuria arriva in quattro minuti.
La mattina dell'11 giugno 1897 Amelia Dyer viene impiccata per l'omicidio di tre bambini:
Doris Marmon, 4 mesi. Harry Simmons, 13 mesi. Helena Fry, 1 anno
Non dichiarò niente quando le misero il cappio intorno al collo, ma vennero rinvenuti alcuni diari con una presunta confessione nella sua cella.
Sono stati fatti dei calcoli dalla polizia per capire quante vittime poteva aver fatto in vent'anni, le risposte sconcertano: molto probabilmente furono uccisi più o meno 200 bambini affidati alle sue cure.
C'è addirittura chi dice che le vittime arrivino a 400.
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